di Elena Fracassi
La storia delle grandi migrazioni italiane inizia tra la fine dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento, complice in Italia, tra i tanti fattori, la crisi agricola e le scarse opportunità lavorative. La ricerca di un lavoro e di condizioni di vita migliori spinsero molti giovani e famiglie a cercare una propria realizzazione economica in altri Paesi e a considerare l’America, principalmente, come l’occasione per riscattarsi e iniziare una nuova vita. Stati Uniti, Brasile, Argentina furono le mete scelte dagli italiani in cerca di fortuna.
La maggior parte degli emigrati provenivano dalle regioni meridionali (Campania, Sicilia, Calabria, e Puglia), ma anche dal Veneto, dalla Lombardia e dal Piemonte. Si stima che tra il 1876 e il 1914, circa 14 milioni di italiani lasciarono l’Italia. La loro presenza influenzò in modo significativo i Paesi in cui si insediarono, “italianizzando” quartieri, comunità e persino la lingua locale. Il filo con il proprio Paese di origine fu però sempre mantenuto nel rispetto e nel cercare di preservare le proprie radici, pur nel difficile processo di integrazione in nuovi tessuti sociali.
La scelta di dedicare il 2024 alle radici italiane nel mondo è stata sostenuta e promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, attraverso la Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie (DGIT).
Tra le varie iniziative si è sviluppato il progetto “Turismo delle Radici”. Attraverso il sito internet Italea si sono messi a disposizione degli strumenti per organizzare un viaggio in Italia per esplorare i luoghi, le tradizioni e la cultura dei propri antenati. Inoltre, sempre sul sito dedicato è disponibile un servizio di genealogia per rintracciare avi e scoprire la propria storia familiare; oltre alla possibilità di usufruire di una consulenza genealogica a pagamento, nella sezione “Trova le tue origini” sono indicate diverse domande e risposte per capire quali sono i passi da seguire nel percorso di ricerca delle proprie radici, che archivi, anche online, consultare e quali documenti richiedere.
Un’altra iniziativa interessante per valorizzare e preservare la memoria delle storie di emigrazione, sacrificio e successo degli avi degli italo-discendenti nel mondo è il progetto “I diari raccontano” che ha portato online una selezione di testimonianze migratorie raccolte e disponibili dall’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano. Sul sito, suddivisi nei vari Continenti e Paesi, è possibile leggere di persone che sono partite che raccontano dei propri desideri alla partenza, delle difficoltà affrontate tra il viaggio, il primo periodo di adattamento all’estero e della famiglia e delle attività che sono nate generazioni dopo generazioni. Oltre alla ricerca per Continenti e Paesi si possono cercare storie anche attraverso i temi e le parole chiave indicate, come “Emarginazione”, “Nave”, “Solidarietà” e “Coraggio”.
Il capitolo delle migrazioni italiane nel mondo è ancora vivo e attuale, considerando che, secondo il “Rapporto italiani nel mondo 2024” presentato a inizio novembre dalla Fondazione Migrantes ad oggi i cittadini italiani residenti all’Estero sono oltre 6 milioni. Come in passato le regioni con più iscritti all’AIRE sono la Sicilia, la Lombardia e il Veneto. Il 54,2% degli iscritti all’AIRE si trova in Europa e il 40,6% in America, seguono al 2,7% quelli in Oceania, l’1,3% si trova in Asia e l’1,1% è in Africa. In America, restano alti i residenti italiani in Argentina (15,5% del dato per l’America) e in Brasile (10 % con circa 611.974).
Legami Italia e Brasile
Nel 2024 in Brasile si è festeggiata la ricorrenza dei 150 anni dalla prima emigrazione italiana in Brasile, commemorando la prima partenza del febbraio 1874 di 388 migranti veneti e trentini dal porto di Genova e il successivo sbarco a Vitoria. Il giorno di questa prima partenza, il 21 febbraio, è celebrato dal Parlamento brasiliano come “Dia nacional do Imigrante Italiano”, secondo una legge del 2008. Altre tappe del riconoscimento delle forti radici italiane in Brasile sono state nel 2009 l’annessione del talian (lingua veneto brasiliano parlata dai primi veneti) al patrimonio linguistico degli Stati del Rio Grande do Sul e di Santa Caterina e nel 2014 l’entrata del talian nel patrimonio culturale del Brasile.