Con ogni probabilità, è venuto il momento di riconoscere che l'Italia non può più accontentarsi di sopravvivere alla recessione, adottando politiche di riduzione del debito e della spesa pubblica sempre più feroci. Questa volta la crisi è diversa, e la si potrà superare solo con analisi e ragionamenti nuovi e differenti da quelli che ci hanno condotto fin qui. "L'Italia oltre la crisi" individua 5 idee da cui ripartire: 1) ridisegnare la fiscalità per spingere l'innovazione ambientale e creare lavoro 2) fermare le ecomafie con sanzioni penali adeguate, misure preventive e patrimoniali, obbligo di ripristino dello stato dei luoghi 3) rilanciare gli investimenti in ricerca e green economy e contrastare il dissesto idrogeologico 4) premiare l'autoproduzione energetica da rinnovabili e la riqualificazione del patrimonio edilizio 5) mettere al centro le città (welfare, trasporto pubblico, asili, istruzione) per non perdere le risorse dei fondi strutturali europei. Questo il possibile percorso per arrivare a una crescita finalmente inclusiva, intelligente, sostenibile: per costruire un futuro diverso che vada oltre una crisi figlia, secondo gli autori, figlia di politiche scellerate che hanno considerato l'ambiente come un freno per lo sviluppo economico o un lusso da rinviare a tempi migliori.
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Basta poco per cambiare il mondo. Serve un'idea, un esempio da seguire e molta passione per portarlo avanti. Il film-documentario distrubuito dalla cineteca di Bologna racconta un mosaico di storie: l'ultimo giardino in uno dei più popolati quartieri di Casablaca in Marocco, le coltivazioni idroponiche gestite da un gruppo di donne “Senza Terra” a Teresina in Brasile, gli orti comunitari a Berlino, le coltivazioni all'interno di sacchi nella bidonville di Nairobi in Kenya e infine i giardini pensili a Torino e Bologna. Perché il verde può e deve essere motivo di spinta per la sopravvivenza in alcuni angoli del mondo, stimolo per cambiare, e ancora un vero e proprio stile di vita anche nelle nostre città.
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