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L'ultimo sogno di Padre Tentorio

01/10/2014

L'Ultimo Sogno di Padre Tentorio

di seguito pubblichiamo l'articolo uscito sul numero di Ottobre 2014 del periodico "MONDO MISSIONE - la rivista dei missionari del PIME".

Ricordiamo che la scuola e le iniziative di P. Tentorio nelle Filippine sono sostenuti da Fondazione Senza Frontiere - ONLUS


Viaggio sulle montagne di Talaingod, dove il missionario uccio 3 anni fa aveva aperto la prima scuola. "Ci diceva: l'istruzione è l'unica strada per difendere i vostri diritti".


“È un amico di padre Pops!”. Ogni volta che lo nomina c'è un nuovo volto che si illumina. Mi presenta così Shen, infermiera della Fr. Fausto Pops Tentorio Foundation. E basta questo per provocare un guizzo che da solo ti fa già capire quale segno padre Fausto abbia lasciato anche a Talaingod Sono passati ormai tre anni dalla sua morte; e per di più l'Arakan Valley è molto distante dal di stretto di Davao del Norte, dove ci troviamo. Eppure padre Fausto Tentorio - il missionario del Pime ucciso nella grande isola di Mindanao il 17 ottobre 2011 per il suo impegno in difesa dei tribali delle Filippine - lo ricordano mol¬o bene anche gli Ata manobo di Talaingod, sulle montagne del Pantaron.

articolo-Pime-102014-1Bisogna immergersi in una delle ultime grandi foreste di Mindanao per raggiungerli. Da Davao - il capoluogo di Mindanao - si at¬traversano chilometri e chilometri di piantagioni di banane della Dole per arrivarci. Finché - a Santo Nino, l'ultima località raggiunta dalla strada - si lascia l'auto e ci si arrampica per un'ora e mezzo con la moto su sentieri resi fangosi dalla pioggia (a piedi ci vorrebbero almeno sei ore...). Un viaggio indietro nel tempo, verso un gruppo di capanne di legno e foglie di palma in un paesaggio mozza-fiato.
Fino a qualche decina di armi fa la municipalità di Talaingod neppure esisteva sulle carte geografiche; e anche a Davao gli ata manobo impararono a conoscerli solo nel 1994, quando questa tribù dichiarò guerra all'Alcantara and Sons, un'azienda filippina che aveva ottenuto una concessione sul legno delle foreste dei loro territori. A reprimere la ribellione arrivò l'esercito filippino; ma i capi locali risposero sfollando migliaia di anziani, donne e bambini nella grande città. Così questa vicenda attirò l'attenzione dei giornali e si arrivò a un compromesso.

Nacque allora anche l'amicizia tra questa etnia lumad - come vengono chiamate in cebuano le popolazioni tribali - e i Rural Missionaries of the Philippines, un coordinamento tra istituti religiosi attivo accanto ai poveri che vivono lon¬tano dai centri urbani. Un'amicizia che a Talaingod ha avuto il volto di padre Fausto, il primo prete che abbiano mai visto da queste parti. Insieme ai Rural Missionaries, infatti, negli ultimi anni Tentorio aveva cominciato a tessere una rete tra le comunità tri-bali di Mindanao che lo stava portando ad ampliare il raggio della sua azione anche fuori dalla dio-cesi di Kidapawan, quella dove ormai da tanti anni svolgeva il suo ministero.
«Qui a Talaingod guardava il villaggio e la foresta e diceva: anche l'Arakan Valley era tutta così», racconta la dottoressa Lynn Redoble, medico comunitario, per armi tra i suoi più stretti collaboratori e oggi - insieme a padre Peter Geremia, missionario del Pime - responsabile della Fr. Pops Tentorio Foundation che ne continua l'opera. Pensi alle piccole cittadine, alle piantagioni, ai pick-up che hai appena visto nell'Arakan e capisci che cosa volesse dire. Nel frattempo, però, anche Talaingod è cambiata; ma non per qualcosa di esteriore. A cambiarla sono stati i frutti del progetto su cui aveva investito di più padre Fausto: la scuola di Dulyan, il villaggio diventato il punto di riferimento per le tante piccole comunità sparse nella foresta.

L'abbiamo visitata nel marzo scorso ed era un giorno speciale: la fine dell'anno scolastico, salutata come in tutti gli istituti filippini dalla cerimonia delle gradua-tion, la consegna dei diplomi di fi-ne anno. Dai bimbetti di sei armi fino ai ragazzini di quattrodici, tutti a sfilare a uno a uno accompagnati dai loro genitori davanti ai datu, gli anziani e i capi della tribù nei loro abiti tradizionali, per ricevere il loro diploma per la classe superata. Una scena molto normale ma che per Talaingod racchiude anche una speranza del tutto particolare.
«Quando la scuola è partita nel 2006 di tutto questo c'era ben poco - racconta la dottoressa Lynn -. Lo vedi quell'edificio in muratura? L'abbiamo inaugurato pochi mesi fa e non hai idea di che cosa sia stato costruirlo. Questa è una collina: quindi per poterlo costruire per prima cosa bisogna scavare per ottenere un terrazzamento adatto. E qui ovviamente non hai le ruspe per farlo: ci ha pensato il bulldozer umano... la gente del villaggio. Hanno scavato per settimane con le mani e con i piedi per ricavare l'area. E poi il cemento: è arrivato su sacco dopo sacco con le moto da Santo Nina, proprio come sei venuto su tu».articolo-Pime-102014-2
L'hanno costruito tutti insieme. Ed è il simbolo della scommessa vinta qui da padre Fausto: «Gli ata manobo - continua la collaboratrice di Tentorio - sono per tradizione una tribù di guerrieri; spesso nel passato erano in lotta tra loro, il che li rendeva deboli nei confronti di chi ha preso di mira le loro terre. Ma la scuola sta creando unità. Anche perché con l'istruzione. si stanno insegnando anche tecniche agricole che valorizzano l'esperienza degli orti comunitari. E Dulyan cresce, diventa un punto di riferimento per i villaggi ancora più all'interno della foresta, dove la scuola nel frattempo ha aperto delle sue sezioni staccate. La scuola crea identità, consapevolezza dei propri diritti».

La vita resta dura e la povertà grande. Eppure a Dulyan grazie a padre Fausto oggi c'è un generatore che permette di avere quel minimo di elettricità che significa un paio d'ore di illuminazione la sera e la ricarica delle batterie dei cellulari per non restare del tutto isolati. C'è la missione medica della Fr. Pops Tentorio Foundation, che ogni anno viene qui a compie-re uno screening sanitario della popolazione, oltre a tenere per periodi più lunghi degli infermieri nell'ambulatorio dove si praticano anche la medicina tradizionale e l'agopuntura.

E soprattutto c'è una generazione di ragazzi che adesso sognano, anche loro, di fare da grandi gli insegnanti o gli infermieri, come i giovani lumad cresciuti con padre Fausto che ora vivono lì con loro.

In tutto abbiamo 1.047 alunni - racconta la direttrice della scuola, Lolita Muya - ma qui a Dulyan vengono solo in 250. Gli altri abitano in villaggi ancora più interni nella foresta che sarebbero troppo lontani: uno è addirittura a due giorni di cammino da qui. Così nel territorio della municipalità di Talaingod abbiamo nove scuole elementari, due medie e ora anche una scuola superiore».

articolo-Pime-102014-3Una realtà riconosciuta ufficial-mente dal ministero dell'Istru¬zione, che accanto al normale curriculum delle scuole filippine prevede anche materie legate alla st¬ria e alla vita delle loro comunità. «Insegniamo ai ragazzi e attraverso di loro parliamo anche ai genitori - racconta Ronnie, uno dei giovani insegnanti, salito qui dalla vicina Compostela Valley -. Ed era proprio quanto ci diceva padre Fausto: l'istruzione è la strada vera per organizzare le comunità e aiutarle a difendere i loro diritti». «Il tuo sogno è anche il mio sogno, la tua lotta è la mia lotta, tu e io siamo una cosa sola uniti per la costruzione del regno di Dio», ha scritto padre Fausto nel suo testamento. Un sogno e una lotta che a Talaingod vanno avanti: appena qualche settimana fa c'era grande preoccupazione perché alcuni villaggi interni erano stati presi di mira nella battaglia tra l'esercito filippino e i ribelli dell'Npa, la guerriglia comunista che ha le sue basi nella foresta. L'esercito accusa senza mezzi termini le comunità tribali di coprire le attività dell'Npa; in nome della "lotta al terrorismo" - quindi - a marzo ha bombardato uno dei villaggi e occupato una delle scuole: centinaia di persone sono dovute fuggire. Per questo in aprile, come nel 1994, gli atti manobo sono scesi di nuovo in massa a Davao, per denunciare "la militarizzazione della foresta". Dietro cui sospettano vi siano nuovi appetiti, questa volta legati al sottosuolo della foresta, ricchissimo di risorse (si parla anche di oro). Nel pieno dello scontro non sono mancate nuove invettive dei militari contro le organizzazioni dei tribali, che suonavano molto simili a una minaccia. Per fortuna, però, con la mediazione del sindaco di Davao, la tensione adesso si è un po' allentata. Ma è evidente che - anche senza di lui - l'opera avviata da padre Tentorio a Talaingod continua a dare fastidio a chi vorrebbe impadronirsi delle terre dei lumad. A partire da quella scuola della speranza sulle montagne del Pantaron.