16/12/2015
Nepal: una ricostruzione troppo lenta
La situazione oggi in Nepal offre purtroppo una lenta ripresa soltanto per quanto riguarda il turismo, che tuttavia si trova a confrontarsi quotidianamente con un paese letteralmente in ginocchio per quanto concerne le infrastrutture, danneggiate a volte in modo irreparabile dagli effetti del sisma.
Il vero problema del momento è però rappresentato dall’embargo indiano in atto relativamente alle forniture di carburanti ed energia (accettato in silenzio dalla comunità internazionale) iniziato a settembre in seguito all’approvazione della costituzione Nepalese ed alla formazione del nuovo governo (sia Nepalese che Indiano), con il pretesto (molto probabilmente di questo si tratta) di difendere i diritti della comunità madhese che vive al confine nella zona del Terai e (forse è più di una supposizione) il vero obiettivo di ingerire nelle scelte economiche del governo nepalese.
Il veto al trasporto riguardava inizialmente anche i farmaci, ma l'ONU ha posto in merito il proprio veto a causa dell’emergenza umanitaria post terremoto. Il risultato è una forte destabilizzazione nella zona di confine con il territorio indiano, dove alcune falangi estremiste bloccano i camion o li fanno saltare, causando scontri tra diverse fazioni e gli eserciti dei due paesi.
La realtà (quanto mai triste) è che alcune conseguenze dirette sono tangibili nel quotidiano: a Kirtipur ed in alcune zone di Kathmandu l’acqua corrente razionata (con una disponibilità di circa 30 min al giorno fuori città e qualche ora nei quartieri del centro), la gestione delle risorse elettriche avviene con un “black out” programmato di circa 10 ore al giorno. Sicuramente l’instabilità politica non agevola la ricostruzione, anche perché ha causato il blocco temporaneo dell’erogazione da parte del governo dei promessi aiuti finanziari alle famiglie colpite e una fortissima burocratizzazione delle attività umanitarie.
L'intervento di Fondazione Senza Frontiere - ONLUS
Venendo all’intervento della Fondazione, l’acquisto di un generatore e la gestione del progetto di potenziamento dei punti di accoglienza sono diventati fondamentali, e la Rarahil Memorial School con la Rarahil Foundation stanno portando avanti le attività grazie ai fondi inviati in questi giorni dall’Italia in seguito all’autorizzazione ottenuta finalmente dal locale ministero (SWC).
Anche la captazione dell’acqua e la sua distribuzione rappresentano interventi di immediata urgenza. E’ programmata a breve la realizzazione di due pozzi, attualmente in fase di ultima autorizzazione da parte dell’autorità locale che ha già approvato il progetto presentato, che sarà realizzato anche grazie ai fondi raccolti con l’attivazione da parte dell’associazione “Gruppo 29 maggio” di Ghedi.
Nei giorni scorsi, grazie all’aiuto di tutti i sostenitori della Fondazione Senza Frontiere, sono stati inoltre realizzati il progetto di distribuzione di lamiere alla popolazione nel di Dhading (uno dei più colpiti dal sisma) e sono state distribuite coperte alla popolazione bisognosa di Kirtipur per prevenire nei limiti del possibile i rigori dell’inverno imminente.
Tutto è avvenuto con il coinvolgimento diretto del comitato di gestione locale e la partecipazione di alcuni volontari della Fondazione Senza Frontiere, in Nepal nel periodo tra novembre e dicembre.
Per quanto concerne le attività della scuola, le lezioni continuano con il programma didattico previsto, così come gli interventi programmati di manutenzione ordinaria della struttura.
Per continuare ad essere il più possibile vicino alle esigenze della popolazione colpita, il Comitato di Gestione locale ha inoltre creato 2 punti stabili di accoglienza a Kirtipur, dove è possibile per le famiglie bisognose richiedere sostegno e intervento i prima necessità relativamente ad alloggio, generi alimentari e coperte.