Nata a Londra nel 1961, Amnesty International a luglio compirà 60 anni. In questo tempo l’associazione non è certo invecchiata, tutt’altro: è cresciuta, è arrivata in tutto il mondo ed ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica su tematiche di interesse comune.
L’obiettivo è il più ambizioso ed il più semplice: dare voce a chi non ce l’ha, salvaguardare e proteggere i diritti umani di chiunque e in ogni angolo del mondo.
Nel corso di questi 60 anni sono state tutelate oltre 50.000 persone, firmate circa 40 leggi a favore dei diritti umani nel mondo, in 29 Paesi è stata abolita la pena di morte, liberate quasi 200 persone.
Si sono susseguiti traguardi importanti come il Premio Nobel per la Pace nel 1977, la sottoscrizione da parte delle Nazioni Unite della convenzione contro la tortura nel 1984 e tanti altri.
Campagne di sensibilizzazione, raccolta firme, cortei, slogan sono le “armi” utilizzate da Amnesty International che fin dalla sua nascita si è sempre dichiarata apolitica e contro qualsiasi forma di violenza. L’obiettivo è la sensibilizzazione diffusa, raggiungere un numero altissimo di persone, fare leva sull’opinione pubblica perché istituzioni, governi e potenti si adeguino e modifichino il proprio operato in virtù di una maggior attenzione ai diritti umani.
La sede centrale fin dal 1961 è a Londra, ma ogni Paese ormai ha la propria sezione che si occupa di promuovere campagne nazionali, si pensi in Italia all’importate lavoro svolto per ottenere verità sul caso Giulio Regeni, e campagne internazionali che si occupano di tutelare i diritti umani in interi Paesi, come nel caso del sanguinoso e interminabile conflitto siriano.
La Fondazione Senza Frontiere ha sempre appoggiato le campagne di Amnesty International e ne ha sempre condiviso le linee guida. Come per Amnesty International anche per la Fondazione non sono importanti schieramenti politici, campagne di rilevanza mediatica o possibilità di apparire. Ciò che conta è essere dove c’è più bisogno, in quei posti e verso quei problemi che sembrano così lontani da noi e invece sono anche qui, anche a casa.
In questi 60 anni di attività Amnesty International ci ha insegnato che bisogna partire a tutelare i diritti dei più indifesi, dei pochi, degli ultimi: quei diritti che non toccano subito le masse e proprio per questo sono i più precari. Ci ha insegnato che la vera battaglia per l’uguaglianza passa prima di tutto dalla difesa dei diritti degli altri e solo dopo dei propri.
Quindi auguri Amnesty International, per questi 60 anni in cui ci hai offerto la possibilità di fare tanto con poco, con una firma, con una condivisione.
“Un diritto non è ciò che ti viene dato da qualcuno; è ciò che nessuno può toglierti.” Tom C. Clark