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Newsletter @-Lato Ottobre 2023

A rischio estinzione a causa delle azioni dell’uomo

I cambiamenti climatici incidono fortemente non solo sulla vita dell’uomo. Secondo diversi ricercatori entro il 2050 potrebbe estinguersi il 6% delle piante e degli animali. Oggi infatti le specie naturali e vegetali si estinguono a una velocità di 1.000-10.000 volte superiore rispetto a epoche passate; in un circolo vizioso le cause devono essere cercate, oltre che nei mutamenti del clima, anche nell’inquinamento e in tutte le azioni distruttive dell’uomo, come la deforestazione, l’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali…
Tra gli animali a rischio estinzione ci sono i pinguini, il cui habitat naturale (Antartide) si sta riducendo a causa dell’aumento delle temperature; le giraffe, che incontrano difficoltà a seguito di stagioni della pioggia sempre più intense in Tanzania e in Africa orientale; gli elefanti, minacciati dalla deforestazione massiccia; gli abaloni, molluschi marini, che sono a rischio a causa di ondate di caldo marino in Australia, pesca intensiva, inquinamento del mare.


Migliora la salute della barriera corallina

Segnali di ripresa per la Grande Barriera Corallina Australiana. Dopo che negli scorsi anni l’aumento delle temperature marine, l’inquinamento e i cicloni avevano portato a un fenomeno noto come lo sbiancamento dei coralli e alla morte di molti di questi, ora i dati forniti dall’AIMS, l’Istituto australiano di scienze marine, mostrano una controtendenza. I coralli, infatti, hanno ripreso a occupare terreno e anche la copertura dura si sta rafforzando. Questi fatti hanno portato l’Unesco a non inserire la Grande Barriera Corallina Australiana nella lista dei siti in pericolo, riconoscendo gli sforzi del governo australiano in tema ambientale, che si è posto l’obiettivo di ridurre del 43% le emissioni di gas serra entro il 2030. Gli scienziati segnalano però che il maggior rischio per la salute della grande barriera corallina rimane il caldo, con il possibile ritorno di alte temperature marine a lungo termine.


Ecovillaggi

Autosufficienza, vita sostenibile e comunitaria. Questi sono i principi ecologici, filosofici ed economici sui quali si basano alcune realtà di vita definite come ecovillaggi o comunità intenzionali ecosostenibili. Diverse comunità di persone hanno deciso di vivere vicine, condividendo degli ideali, per concretizzare delle scelte di vita. Questi villaggi sono autosufficienti a livello alimentare ed energetico grazie a coltivazioni biologiche e biodinamiche, all’uso di fonti di energia rinnovabili come l’energia solare, idroelettrica ed eolica e alla raccolta delle acque piovane; anche dal punto di vista del trattamento dei rifiuti si organizzano da soli, con il compostaggio dei rifiuti organici e il riuso degli scarti.  Sono comunità aperte verso il mondo attraverso la volontà di diffondere saperi che favoriscano la crescita personale e la mentalità di prendersi cura della Terra e delle persone; in queste realtà si realizzano spesso corsi aperti a tutti per riconoscere le erbe spontanee, per respirare meglio (pranayama), attività olistiche, come creare una foresta commestibile (food forest), il metodo della fermentazione in cucina… Gli ecovillaggi sono sparsi in tutta Italia e per farli conoscere è nata la RIVE (rete italiana dei villaggi ecologici). Un elenco di queste realtà è disponibile qui.


Danni ambientali nel conflitto ucraino-russo

Anche l’ambiente è una vittima della guerra in Ucraina. Le azioni militari che da più di un anno martoriano il territorio ucraino stanno lasciando profondi segni in termini di inquinamento del suolo, del mare, dei corsi d’acqua e dell’aria. Dall’inizio del conflitto a luglio 2023 ci sono state quasi 2500 denunce di azioni militari con effetti ambientali diretti con un danno stimato di circa 52,4 miliardi di euro, secondo i dati forniti dalle autorità di Kiev. I bombardamenti, infatti, hanno contaminato con frammenti le superfici terrene, inquinato l’acqua con fuoriuscita di petrolio dalle piattaforme o dai veicoli colpiti e provocato danni chimici e radioattivi con le esplosioni vicino alle centrali. A rischio l’agricoltura e la presenza degli animali per via degli elementi tossici assorbiti dal terreno e di quelli presenti nell’acqua; anche la distruzione di dighe con le conseguenti inondazioni ha facilitato l’aumento di inquinamento e diffusione di malattie. Greenpeace e l’Ong ucraina Ecoaction hanno creato una mappa interattiva con alcuni dei danni ambientali provocati dalla guerra nel corso del 2022 (clicca qui).


Settimana sul clima in Africa

Non solo vittime, ma anche parte della soluzione. Questo il messaggio che ha animato la settimana sul clima che si è svolta in Africa, a Nairobi, all’inizio di settembre, alla presenza di capi di Stato africani e leader mondiali. L’Africa, pur avendo una bassa impronta di carbonio, è flagellata dai cambiamenti climatici; secondo i dati presentati da delegati americani, nei 20 Paesi individuati come quelli più colpiti dalla crisi climatica ci sono 17 Stati africani. Attraverso la dichiarazione di Nairobi, firmata dai leader africani, è stato chiesto di investire in un piano economico di transizione ecologica focalizzato sull’uso delle risorse rinnovabili in Africa e di ridurre le emissioni globali. È stata fatta inoltre la proposta di tassare il carbonio sia nella fase del trasporto sia nel momento delle transizioni finanziarie; questo per finanziare interventi alla lotta ai cambiamenti climatici. Più risorse economiche, attraverso anche una riduzione degli interessi sui prestiti, permetterebbero più investimenti verdi.

Wanted! Quando la natura reagisce alla prepotenza dell’uomo e infrange le sue leggi
di Mary Roach

Come comportarci quando un animale diventa una minaccia per l’uomo o per l’ambiente? La giornalista e divulgatrice scientifica americana Mary Roach esamina i conflitti tra uomo e fauna selvatica, tra quelli più antichi a quelli più recenti, cercando soluzioni a un tema sempre attuale. Con una scrittura ricca di umorismo e aneddoti, la giornalista rivela come l’uomo ha spesso risolto i problemi/le intrusioni di vari animali in modo violento e spietato. Oggi invece i casi che generano un conflitto vengono portati alla “corte” di esperti, tra cui ci sono ecologisti e agenzie governative. Non c’è un’unica soluzione al problema, occorre valutare caso per caso, considerando tutti gli elementi in campo per trovare una possibile convivenza con il coefficiente più basso possibile di devastazione reciproca. Nel libro Mary Roach parla anche dei pericoli che possono provenire dagli alberi, tramite per esempio la caduta di parti di essi per invecchiamento o malattie che provocano anche possibili perdite di vite umane se ciò succede nel momento e/o posto sbagliato.


Turismo di massa e usura del mondo
di Rodolphe Christin

Il mondo è diventato con l’avvento del turismo di massa un “immenso catalogo commerciale”. L’industria turistica ha trasformato i luoghi, ne ha scelti alcuni per diventare mete di successo grazie ad azioni di marketing mirate, mentre altri sono stati standardizzati; tutti gli interventi hanno lo scopo di creare una finzione, la meraviglia dello stare in vacanza, senza problemi, responsabilità, il disagio della vita degli “autoctoni”. Il sociologo francese Rodolphe Christin nel suo saggio sottolinea la differenza tra turista e viaggiatore e i motivi del viaggio contro le ideologie costruite oggi dalla società intorno al turismo. Le vacanze odierne non sono più incontro con altri mondi, immersione in altre culture, ma un’evasione dalla “noia” di tutti i giorni, un bisogno “costruito” per sfruttare il tempo libero in paradisi artificiali, ben separati dalla vita vera. Per questo il saggista sostiene che il turismo provoca l’usura del mondo e disastri ecologici, avendo forti impatti ambientali, dall’inquinamento causato dai mezzi di trasporto al sovrasfruttamento delle risorse, in particolare quelle idriche, dalla cementificazione massiccia all’aumento della produzione di rifiuti. Si potrebbero salvare le montagne, luoghi non ancora del tutto sottomesse al dominio degli uomini.

Cowspiracy: il segreto della sostenibilità
di Kip Andersen e Keegan Kuhn

Sotto accusa l’industria della carne e dei latticini. Il focus del film, prodotto nel 2014 da due registi americani, è il pesante impatto ambientale dell’allevamento intensivo del bestiame e della produzione dei latticini; queste aziende, infatti, deforestano ampi spazi per avere più spazio e soddisfare l’aumento della domanda e hanno un forte consumo di acqua. Inoltre, gli animali in questione producono una grande quantità di gas serra, circa il 51% delle emissioni a livello mondiale, secondo i dati esposti nel documentario. I due registi ambientalisti, nello scoprire questi numeri dai rapporti della Fao, sono andati a intervistare diverse associazioni ambientaliste, “colpevoli” di non muovere le persone a una rivoluzione alimentare per fermare e cambiare la situazione per il bene della Terra. Per ridurre la pratica dell’allevamento intensivo, la conclusione a cui si arriva nel documentario, è quella di smettere di mangiare la carne e i suoi derivati.


2040 – Salviamo il pianeta!
di Damon Gameau

Partire da quello che c’è già per salvare la Terra. La sfida che si pone nel suo documentario il regista australiano è quella di dare una speranza alla figlia di appena 4 anni per il futuro del pianeta, non nascondendo la critica situazione attuale, ma partendo da ciò che si potrebbe già fare ora per avere miglioramenti possibili domani. Inizia quindi un viaggio tra le risorse rinnovabili, come l’energia solare, e metodi alternativi di coltivazione e allevamento, come l’agricoltura rigenerativa, allo scopo di ridurre le emissioni di carbonio, colpevoli di tutti i cambiamenti climatici e di una serie di reazioni a catena. La visione di Gameau è di trovare nel 2040 un mondo cambiato in meglio grazie alle azioni iniziate oggi: un mondo evoluto tecnologicamente, ma molto più verde di ora, grazie a fattorie urbane e a una massiccia riduzione di autovetture circolanti sostituite da mezzi pubblici elettrici con guida automatica; un mondo meno povero e con ricchezze meglio ridistribuite grazie a progetti “provenienti dal basso” di uso delle risorse rinnovabili come reti di energia decentralizzata e a un maggiore accesso all’istruzione da parte della popolazione femminile soprattutto in Paesi emergenti.

5-8 ottobre – Lucca (LU), Evento in streaming

Pianeta Terra Festival

Sotto la direzione di Stefano Mancuso, il festival, con il tema “La rete della vita”, affronta i temi della sostenibilità, del cambiamento climatico e della transizione ecologica, anche attraverso l’arte.


10-12 ottobre – Roma (RM), Fiera di Roma

ZeroEmission Mediterranean 2023

Fiera internazionale riservato ai professionisti dedicata alle energie rinnovabili, all’accumulo elettrico, alla sostenibilità ambientale e alla mobilità a zero emissioni.


10, 17, 24 ottobre-7 novembre – Milano (MI), Sala Buzzati del Corriere della Sera, Diretta live su Corriere.it

Green & Blue Talk

Ciclo di incontri dedicati al mondo dell’energia e della sostenibilità: temi dei cambiamenti climatici, della decarbonizzazione, delle fonti alternative e dell’innovazione di sistemi circolari nella produzione e nell’industria.


19-20 ottobre – Milano (MI), The Mall

Il Verde e il Blu Festival

Sostenibilità e digitale per salvare il mondo. Serie di incontri, talk show, gruppi di lavoro su economia green, intelligenza artificiale, nuovi modi per coltivare, muoversi.