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Esaurimento risorse annuali della Terra

L’Earth Overshoot Day, giorno del sovrasfruttamento delle risorse annuali della Terra, nel 2023 è stato individuato nella giornata del 2 agosto. Questo dato preoccupante è in linea con una tendenza iniziata dagli anni ’70 e peggiorata progressivamente sul finire degli anni ’90. Ogni anno si assiste a un debito di risorse naturali non più reversibile. In pratica ci vorrebbero quasi 2 pianeti per far fronte alle esigenze odierne della Terra e tale situazione non sarà sostenibile a lungo. Il Global Footprint Network, che combina e analizza diversi dati per calcolare l’Earth Overshoot Day, suddivide le date anche singolarmente, mostrando quali sono i Paesi più virtuosi in termini di sfruttamento delle risorse naturali e quelli che hanno un forte impatto ambientale. Nella prima categoria si colloca la Giamaica (20 dicembre 2023), mentre lo Stato più “sfruttatore” è il Qatar, la cui data è stata individuata addirittura il 10 febbraio 2023. L’Italia, invece, ha finito le sue risorse annuali il 15 maggio 2023, mentre il Brasile il 12 agosto 2023. 


Calcolo impronta ecologica personale

Ogni persona con le proprie scelte di vita ha un impatto ambientale. Questo dato può essere quantificato attraverso il calcolo dell’impronta ecologica, ossia l’area biologicamente produttiva richiesta per soddisfare i consumi /bisogni dell’uomo, espressa in ettari globali. Diversi siti offrono la possibilità agli utenti di conoscere la propria impronta ecologica attraverso un test interattivo che affronta i seguenti aspetti della vita di ciascuno: alimentazione (consumo di carne, prodotti freschi non confezionati), abitazione (tipologia, elettrodomestici, impianti di riscaldamento, uso di energia rinnovabile, ecc.), viaggi (km medi settimanali con mezzi privati, frequenza utilizzo aereo, ecc.). Il sito Global Footprint Network propone il calcolo dell’impronta ecologica e nel risultato mostra visivamente quanti pianeti occorrerebbero per sostenere quello stile di vita, indica dov’è il maggior consumo di risorse e calcola una personale data di esaurimento delle risorse naturali annuali (clicca qui). Avere consapevolezza del proprio impatto sull’ambiente può aiutare a cambiare abitudini o adottare atteggiamenti diversi nel rispetto delle risorse.


Alimentazione sostenibile

Nell’ottica del rispetto delle risorse naturali e della biodiversità e di cercare di ridurre il consumo d’acqua e dell’inquinamento atmosferico, la FAO (l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) promuove la dieta sostenibile, un’alimentazione a basso impatto ambientale allo stesso tempo salutare e completa anche per l’uomo. Tra principali indicazioni: privilegiare piatti di origine vegetale (legumi, verdura e frutta secca), rispettare la stagionalità degli alimenti, scegliere prodotti a km zero e di agricoltura biologica invece di cibi precotti e incartati, ridurre il consumo di carne rossa e lavorata. Si incoraggia anche la preferenza verso i cereali integrali come il riso integrale, l’orzo e l’avena che, oltre a molti benefici nutrizionali, sono coltivazioni che richiedono un minor consumo sia di suolo sia di acqua; discorso analogo si applica ai prodotti provenienti da allevamenti a terra rispetto agli allevamenti intensivi. Nell’ottica della sostenibilità particolare attenzione deve essere prestata all’agricoltura rigenerativa, che rispetta la natura, con la rotazione delle colture, invece della monocoltura industriale, e la riduzione/sostituzione dell’uso di fertilizzanti e pesticidi chimici con il compost.


Spreco alimentare

Uno degli obiettivi dell’Agenda ONU per lo sviluppo sostenibile è “dimezzare lo spreco alimentare entro il 2023”. Si stima che 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti prodotti a livello mondiale finiscano nella spazzatura, circa un terzo della produzione globale. La FAO ha individuato due “situazioni” che hanno un forte peso in questi dati: le perdite alimentari e lo spreco. Le perdite intervengono nelle prime fasi della filiera e a volte impediscono ai prodotti di essere trasformati (nei paesi in via di sviluppo i problemi sono dovuti alla mancanza di infrastrutture o impianti di conservazione), lo spreco, invece, più o meno consapevole è causato da una gestione errata delle scorte a livello sia della grande distribuzione sia domestico e da altre ragioni comportamentali del consumatore finale o estetiche della catena commerciale. Ridurre lo spreco alimentare porterebbe vantaggi sia ambientali, in termini di riduzione delle emissioni di gas serra e allentamento della pressione sulle risorse idriche e di suolo, sia economici e sociali in ottica di economia circolare e ridistribuzione dell’invenduto a enti caritatevoli o persone bisognose.


Lotta alla plastica

Per prevenire e contrastare la presenza di rifiuti dannosi per gli ecosistemi marini, oltre al divieto di produzione e vendita di certi prodotti di plastica usa e getta, ora le bottiglie di plastica avranno il tappo che non si stacca e resta legato. A seguito della direttiva europea 2019/904 dal 2024 saranno infatti obbligatori i tappi agganciati alla bottiglia. Questo è un nuovo passaggio nella lotta alle microplastiche, estremamente inquinanti sia per il mare sia per la terra; l’obiettivo è anche quello di agevolare il riciclo di tutta la plastica, evitandone la dispersione nell’ambiente. Secondo il rapporto pubblicato dal WWF “Plastica: dalla natura alle persone. È ora di agire” lo smaltimento della plastica è fermo al 10% del tasso di riciclo a livello mondiale con un dato allarmante di circa 22 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica che finiscono in mare e nel territorio “asciutto”, con una contaminazione continua (pdf disponibile qui).

La cosa migliore che tu puoi fare
di Peter Singer

L’altruismo efficace come metodo razionale per migliorare veramente e concretamente il mondo. Il filosofo Peter Singer spiega nel suo saggio chi sono gli altruisti efficaci, illustra le organizzazioni benefiche che sono state create in America per rendere più efficaci le donazioni e smonta alcune critiche che vengono mosse a quella che si può considerare una filosofia di vita. Per gli altruisti efficaci, infatti, la gestione del proprio tempo e del proprio denaro deve essere accuratamente pensata per “la cosa migliore da fare”, per ciò che permette di salvare più vite possibili e migliorare la condizione di più persone. Anche la scelta della propria carriera va vista nell’ottica di poter essere in grado di donare maggiormente. L’autore su questo punto mostra con degli esempi che questa posizione non viene vissuta come un sacrificio. Persino donare un proprio organo come un rene rientra nelle azioni possibili per gli altruisti efficaci e non è una privazione dannosa. In America in questo contesto sono nate diverse organizzazioni benefiche proprio per aiutare le persone che vogliono donare; queste sono state create dall’analisi dei numeri, delle destinazioni delle donazioni delle varie associazioni umanitarie, Onlus. Tutto ciò per fare il meglio possibile per più persone possibili.


Giorgio Nebbia Precursore della decrescitaL’ecologia comanda l’economia
di Marino Ruzzenenti

Per tutelare l’ambiente bisogna mettere in comunicazione l’ecologia con l’economia. Questo uno dei grandi insegnamenti di Giorgio Nebbia (1926-2019), una persona che con i suoi studi di ingegneria, chimica e merceologia ha lasciato un segno importante, come ricordato dalla ricostruzione dello storico Marino Ruzzenenti. Giorgio Nebbia viene considerato precursore della decrescita perché è il primo a formulare questo necessario fenomeno di decrescita dei Paesi ricchi per consentire ai Paesi poveri di raggiungere un livello dignitoso di sviluppo umano, indicando il progresso come diritto per tutti di avere un adeguato accesso a beni/servizi primari come il cibo, la casa, la sanità e l’istruzione. Per Nebbia l’economia umana deve fare i conti con limiti naturali dati sia dalle risorse naturali che non sono illimitate sia dai rifiuti che non scompaiono ma devono essere smaltiti. Considerando quest’ultimo punto Nebbia propone una contabilità economica che tenga conto del costo dei rifiuti e dei materiali che si dividono in quelli consumati dalle famiglie e quelli che rimangono fermi in stock; una contabilità quindi che si possa misurare in unità fisica, non solo monetaria. Gli studi di Giorgio Nebbia toccano anche l’energia solare come tecnologia dolce.

Paradise
di Boris Kunz

Il detto “il tempo è denaro” prende vita in senso letterale nel film di fantascienza “Paradise” prodotto nel 2023. In una società del futuro una startup biotech inventa e sfrutta economicamente un metodo che toglie letteralmente anni di vita a un donatore per infonderli a un beneficiario compatibile. Nasce quindi un giro di affari dove le persone più povere della società, in cambio di denaro e la prospettiva di una vita migliore, cedono un certo numero di loro anni (anche 15 anni alla volta, il che significa rinunciare alla giovinezza), all’azienda innovativa che vende questi anni di ringiovanimento a cifre elevate a coloro che hanno più disponibilità economiche. Questo sistema crea una forte ingiustizia sociale, economica ed etica. Tenendo conto di questo sfondo il film narra la vicenda di una coppia che viene costretta dalla società a fare scelte difficili tra la loro situazione personale messa in crisi da una “donazione” di anni forzata e il fare qualcosa per interrompere l’attività della start up che ha causato la nascita di un mercato illegale di prelievo di anni.


Seaspiracy: esiste la pesca sostenibile?
di Alì Tabrizi

La pesca sostenibile è la vera soluzione per salvare il mare? Se lo chiede il documentarista inglese Alì Tabrizi, iniziando un viaggio pieno di interviste tra il sud del Giappone, le isole Faroe, la Thailandia, la Cina, l’Africa e la Scozia. Il film affronta molti problemi che affliggono gli oceani come l’inquinamento della plastica, le reti di pesca abbandonate nelle acque e la pesca intensiva; registrazioni filmate attraverso telecamere nascoste rivelano anche scene di violenza in alcune pratiche illegali di pesca. Il regista incontra poi alcuni attivisti e altri membri di associazioni che gli parlano della pesca con pratiche sostenibili, ma lui rimane scettico e propone di smettere di mangiare pesce come vera soluzione per limitare l’impatto dell’uomo sul mare.